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Categories: racconti
Da qualche mese mia moglie Lavinia esce tutte le mattine alle otto in punto. Nulla di strano se dovesse andare al lavoro o portare i bambini a scuola. Il fatto è che non abbiamo figli e l’unica occupazione preferita della mia consorte è sbrigare le faccende domestiche, cucinare o farsi trovare pronta per andare da qualche parte.
Quella della casalinga è sempre stato il sogno di Lavinia: “Voglio occuparmi di te e della casa”, diceva da fidanzati, “quando ci sposeremo sarò completamente a tua disposizione, giorno e notte” concludeva pronunciando l’ultima parolina con un sorriso ammiccante. Insomma, due cuori e una capanna secondo il disegno di Lavinia, donna minuta e un po’ “casual” ma con le idee ben chiare.
E invece, come dicevo, da qualche tempo Lavinia ha cominciato a dare segni di frustrazione del suo essere casalinga e moglie a trecentosessanta gradi. Tutto è iniziato con comportamenti più o meno espliciti: dalle attività culinarie scadenti e frettolose, come la pasta al burro o il riso scondito al posto di gustosi manicaretti, passando alle altre necessità quotidiane come i vestiti da portare in lavanderia anziché curarli personalmente o alle pulizie della casa, un tempo accurate, e adesso discontinue e superficiali.