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Dopo il successo de “La Teoria dei Quanti dell’Anima e altri Racconti”, La Novella Orchidea vi sorprende con la sua nuova tetralogia di racconti erotici. Non muta lo stile beffardo e retrò che ci ha incantato la prima volta, ma una decisa sterzata verso il giallo gotico mette in campo un nuovo, sensuale personaggio: l’eroina Carmen (#). Ragazza di campagna, sopravvissuta a una trebbiatrice impazzita che la rese orfana due volte, la divenuta adulta agente apocrifa (nascosta, non falsa) si trova a doversi misurare con le più oscure forze della malvivenza, in quattro incontri che la banalità del male non riesce tuttavia a spegnere nell’esito prevedibile e previsto.
La distorsione del sesso e la malvagità umana nascono e si diffondono a partire dalle figure più inaspettate (anche e soprattutto religiose), mentre gli sforzi di una squadra anticrimine, sconosciuta ai più e composta da persone insospettabili (anche e soprattutto religiose), combattono una lotta che ha gli stessi strumenti del male per vincere (inganni, malizie, sesso, sotterfugi, insidie), ma un fine completamente diverso. A illuminare il cammino, l’amore in fieri di Carmen (#) e Mariaberto (“”), suo collega apocrifo: i racconti erotici si fanno così eroici, e viceversa, nel susseguirsi di peripezie che i due amanti attraversano uniti, per poter garantire un mondo migliore e far sbocciare una nuova famiglia.
Con l’aiuto di due (o forse cinque) figure appartenenti all’ordine religioso, un (o forse una) illusionista e una ragazza vergine (chissà), tutti i tasselli delle quattro misteriose vicende cercano di ritornare al proprio posto, ma il fascino ingannevole de “L’albergo California” è sempre alle porte (o forse ci sta dietro), e “Il Segreto dei Coniugi Giulialori” non è inferiore ai ventitré centimetri, mentre anche l’ordine religioso si diverte a fare “Uno Scherzo da Prete” e infine “La Isla Bonita” non è che l’inizio.